mercoledì 21 ottobre 2015

Non giudicare


Talmud e Vangelo dicono la stessa cosa. Spesso ci si trova davanti ad uno specchio e giudichiamo noi stessi credendo di giudicare altri.
Nel campo artistico questa equivalenza assertiva, o gioco delle parti che dir si voglia, si presta a numerose riflessioni. Alcune più semplicistiche, altre più complesse.

Iniziamo a giudicare.


Però noi dobbiamo giudicare, e farlo in continuazione. Soprattutto, gli artisti e i creatori in genere lo devono fare. Prima di tutto giudicare se stessi e poi gli altri. Confrontarsi criticamente; riconoscere, ammirare il talento degli altri. Al limite è concesso, anche se non consigliato, invidiare il talento degli altri.
Maturare un senso critico per poter migliorare quanto si crea, questo è l'obiettivo che consente di progredire.
Mai smettere di imparare. Quando non si impara più non si è "arrivati", si è solo "finiti". L'artista così imita se stesso, ammira se stesso e implode in se stesso. Chi è veramente grande guarda sempre fuori. Cerca sempre qualcosa di nuovo da imparare.


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